mercoledì 16 giugno 2010

Racconta qui la tua esperienza

Fai sapere, anche anonimamente cosa ti sta succedendo scrivendo qui sotto un commento.

LETTERA APERTAQuando non si può combattere chi comanda, servono strumenti per difendersi

Una persona lavora da diversi anni nell'isontino. Grazie all'esperienza maturata è tra le persone necessarie per lo svolgimento del lavoro ma, complice la crisi, l'azienda ha comunicato che a breve inizierà un periodo di cassa integrazione.
Nonostante questo provvedimento concretamente per questa persona non cambierà nulla, visto che verrà resa complice di una truffa ai danni dello stato e sarà "costretta" a lavorare comunque presso il proprio posto di lavoro percependo, in parte i soldi della cassa-integrazione e in parte un contributo in nero dal datore di lavoro raggiungendo così una somma pari alla retribuzione percepita di consueto.

Attualmente, dunque, i lavoratori vengono resi conniventi loro malgrado di un illecito che può portare a conseguenze legali.
Evidentemente se i datori di lavoro continuano a proporre questi escamotage, si sentono al sicuro: al di sopra della legge e delle regole.
I sindacati interpellati da questa persona non sono stati in grado di dare alcuna soluzione al problema. Hanno però fornito un'informazione degna di nota: se i datori di lavoro si sentono così sicuri è anche perchè la legge prevede i controlli siano preannunciati all'azienda con diversi giorni d'anticipo. Viene dato quindi il tempo all'azienda di modificare l'assetto del personale per il giorno in cui avviene il controllo.
Non si può pensare che questa sicurezza e pace d'animo valga anche per il dipendente che, onde evitare la reale perdita del lavoro, si trova costretto ad assecondare le richieste di chi decide del suo futuro.

Ritengo che questa situazione sia diffusa e quindi per questo vi chiedo di rispondere alle seguenti domande

1) Cosa rischia un dipendente se si reca a lavorare nonostante sia in cassa integrazione? (se potete gentilemente dare riferimenti a casi analoghi)
2) Quali sono i modi in cui il dipendente si può tutelare per andare a lavorare, assecondare le richieste del datore di lavoro MA non essere perseguibile dalla legge?
3) Quali sono gli strumenti immediati ed effettivi che verranno adottati per arginare questo fenomeno che sono stati promessi da Enrico Gherghetta, Alfredo Pascolin e Nicolina Cavallaro? (vedi articoli di Malacrea pubblicati sul Piccolo e riportati in questo link)


Tutte queste informazioni sono essenziali perchè se un operaio non può combattere chi lo comanda, deve almeno avere gli strumenti per potersi difendere.
Questi strumenti devono essere messi a disposizione dai politici.